"Barbablù"Lettura pubblica e ragionata Quale è l'obiettivo che vogliamo raggiungere? Iniziare un cammino di liberazione o di riscoperta della natura pura e non addomesticata dell'animo femminile e anche maschile. La natura dell'animo (inteso quale principio attivo della personalità, delle facoltà intellettive, della volontà e sede degli affetti), deve essere riscoperta per avere un ruolo da protagonista, di persona libera che decide le proprie sorti, che le sceglie in base a proprie aspirazioni. La favola di Barbablù ci introduce nel primo e più importante passaggio di determinazione del sé, che parte dalla giovinezza pura e inconsapevole per arrivare al più maturo sentimento di circospezione e diffidenza verso tutto ciò che può attirarci nella trappola del "vivere meglio". Un qualcosa che a volte ha un costo troppo alto per la nostra stessa vita. Barbablù, un uomo malvagio, rappresenta il predatore innato che è presente in ogni mente umana (e non solo), specialmente delle ragazze e dei ragazzi, che spinge a non credere in se stessi, ma a credere di essere impotenti contro le cattive azioni consumate a danno del proprio sviluppo sano e consapevole. E' colui che ti immette dentro l'illusione della scorciatoia, del facile cammino, del "tutto e subito" senza tante spese. Si veste di abiti alla moda, è magnanimo, persuasivo, intrigante, magnetico. E' la voglia di vivere alla grande, pulsione naturale e umana, specialmente nel periodo della giovinezza. Una giovinezza tra l'altro addomestica, specialmente per quanto riguarda le ragazze, a "essere carine", a essere inesorabilmente sottomesse al richiamo del predatore. Ci si sposa così al predatore, a Barbablù. E si inizia a vivere in modo falso, non libero, da schiavi di una promessa non mantenuta, lontani dalla propria natura. E' la promessa ingannevole di diventare "regine". A volte Regine di niente. Come poter porre attenzione a tale misfatto, come difendersi, come uscire da una situazione di assassinio della propria anima? Con una sola e unica chiave: la conoscenza. Questa chiave apre le porte del proprio intuito e del proprio istinto più profondo, spesse volte ingannato. Ma c'è in tutti noi una spinta positiva che va verso la consapevolezza ragionata e la liberazione dagli inganni e istinti distruttivi. Come raggiungerla? Disobbedendo all'ordine del predatore. Dove porta tale disubbidienza? A scoprire un valore spirituale che attraverso le domande portano alla consapevolezza del proprio essere. Porsi la domanda giusta significa iniziare una trasformazione che provoca la germinazione della consapevolezza. Le domande sono la chiave per aprire le porte segrete della psiche. Se una giovane anima si chiede cosa c'è al di là del conosciuto, del visibile, deve con giusta sicurezza guardare dentro la sostanza della questione. E se è stata vittima di un predatore vedrà ciò che le fa più male: il tradimento delle proprie speranze, aspirazioni, realizzazioni. Vede la sua anima quasi morta, dissanguata da un predatore che l'ha portata lontano da sé con lusinghe e raggiri. Molte donne sono state vittime di infiniti Barbablù. Indebolite nella loro istintività , se iniziano un viaggio di conoscenza, si fermano alle prime difficoltà. Si vergognano dei propri sentimenti e delle proprie pulsioni. Ma la mente di una donna ha grandi risorse: di natura fortemente percettiva sa che pur avendo accettato di sposare un predatore, alla fine se la caverà perché riuscirà a vedere la verità delle cose e risolvere con l'azione il problema. La lettura e il ragionamento che faremo insieme della favola di Barbablù servirà a intraprendere questo cammino di individuazione e consapevolezza. Rita Correnti |
Lunedì 16 aprile 2007 alle ore 18,00, presso la libreria Mondadori di Spoleto, a Corso Garibaldi, verrà letta la favola di Barbablù, tratta dal libro "Donne che corrono coi lupi" di C.Pinkola Estes. Con il contributo del Comune di Spoleto - Assessorato Pari Opportunità |